Radiolina, 2006. 30 min. 128 Kbps.
Conduttore: Corongiu Giuseppe.
Argomento: lingua sarda.
Vocabolàriu sardu è la fortunata trasmissione in limba di Radiolina. A condurla Giuseppe Corongiu, scrittore, giornalista personalità di punta del movimento linguistico, favorevole alla valorizzazione della lingua sarda e vincitore - proprio per la collaborazione con l'emittente radiofonica - del premio Funtana Elighe. Sarà riproposto anche il gioco linguistico che sta alla base del progetto: all'ospite che di volta in volta viene coinvolto si chiede di scegliere alcune parole in relazione a lettere dell'alfabeto sempre diverse. Le scelte fatte sono lo spunto per intavolare una discussione sul filo dei ricordi, delle idee, delle emozioni, delle sensazioni e dei progetti per il futuro. In Vocabolàriu sardu ognuno è libero di parlare il sardo della sua varietà materna ma delle lingua regionale non si fa un uso folcloristico. «Anzi», tengono a precisare gli organizzatori, «sa limba è utilizzata come veicolo normale di comunicazione della nostra complessa realtà di ogni giorno senza cedere a tentazioni nostalgiche o facili cadute di stile ideologico».
Sarà Anna Cristina Serra è una poetessa tra le più apprezzate dell'isola. Per il conduttore, Giuseppe Corongiu, è il settimo appuntamento di questa seconda serie della trasmissione che ha al centro conversazioni in limba sullo sfondo delle parole scelte liberamente dagli ospiti. La Serra è, nel mondo letterario della lingua sarda, una delle personalità artistiche più interessanti. Gli argomenti che predilige sono universali: l'amore, il dolore, la famiglia, la casa, la natura come luogo privilegiato di esplosione e liberazione dell'anima. Gli ospiti di Vocabolàriu sardu sono tutti liberi di parlare la varietà materna del sardo, quella che conoscono meglio. «E la trasmissione ha dimostrato come sia facile intendersi in qualsiasi varietà della lingua sarda - precisa Corongiu - a dispetto di coloro che predicano di inesistenti "lingue" incomprensibili tra loro che parlerebbero i sardi. Ovviamente, per capire le altre varianti, bisogna possedere bene la propria».