Senza editore, 1974. — 88 p.
l Ju Jitsu arrivò in Italia inizialmente grazie ad un marinaio chiamato Gino Bianchi negli anni quaranta. Gino Bianchi, un campione militare di Savate, era impegnato durante la Seconda Guerra Mondiale col contingente italiano nella colonia giapponese di Tien Sing in Cina dove venne a contatto col Ju Jitsu e, rimanendone colpito per l'efficacia, decise di diffonderlo una volta tornato in Italia. Nell’immediato dopoguerra inizio’ la difficile opera di diffusione del Ju-Jitsu coinvolgendo la sorella che disegno’ e confeziono’, per molti anni, decine e decine di kimoni e raduno’ pochi allievi cinque o sei a cui insegno’ gratuitamente la Dolce Arte. Il Maestro Bianchi ed i suoi allievi non si risparmiarono nell’opera di diffusione del Ju-Jitsu,ormai definito “Metodo Bianchi”. Infatti, grazie alla sua particolare codificazione,nacque un vero e proprio stile occidentale,la codifica delle tecniche fu resa accessibile grazie alla traduzione dell’equivalente giapponese e sfoglio’ il programma di tutte le tecniche che difficilmente sarebbero state comprese dagli occidentali.