Ancient Rome. 1st century BC. A young man from an aristocratic family unsuccessfully participates in the civil war, supporting the losing side, and miraculously escapes death. He begins his career at a cruel time, but achieves that the gates of Rome are thrown open before him. Later his name will become a household name for all rulers of the future. After all, the words “king”, “Caesar”, “Kaiser” remind us that the young man’s name was Caesar.
Si sa molto poco dei primi anni di vita di Giulio Cesare. Nei limiti del possibile, gli ho attribuito quel tipo di infanzia che potrebbe aver avuto un ragazzo appartenente a una famiglia della piccola aristocrazia romana. Ovviamente, alcune delle sue capacità possono essere dedotte dai successi conseguiti negli anni successivi. Per esempio, a cinquantadue anni, il fatto di saper nuotare gli salvò la vita in Egitto. Secondo il biografo Svetonio, era abile con la spada e con i cavalli e possedeva grande capacità di resistenza, così come preferiva marciare anziché cavalcare e andava a testa scoperta con qualunque tempo. Mi dispiace ammettere che Renio è un personaggio di mia invenzione, anche se era una consuetudine consolidata impiegare per l’educazione dei nobili rampolli esperti in vari campi del sapere civile e militare.
Sappiamo di un maestro di Alessandria che insegnò a Cesare la retorica e tutti abbiamo la possibilità di leggere l’elogio che Cicerone, nonostante fosse un avversario politico, fa della sua capacità oratoria. Suo padre morì quando lui aveva solo quindici anni ed è vero che di lì a poco Giulio sposò la figlia di Cinna, Cornelia, a quanto ne sappiamo, per amore.
Benché Mario fosse suo zio da parte di padre e non di madre, come si dice in questo libro, il generale assomigliava molto al personaggio che ho dipinto. In flagrante contrasto con la legge e il costume, fu eletto console per sette volte.
Mentre prima era possibile arruolarsi in una legione solo se si possedeva una rendita fondiaria, Mario abolì questa clausola, guadagnandosi l’entusiasmo e la fedeltà dei suoi soldati. Fu lui a fare dell’aquila il simbolo delle legioni romane.
Gran parte di questo libro è incentrato sulla guerra civile fra Silla e Mario, ma ho trovato necessario semplificare l’azione per renderla più drammatica. Cornelio Silla adorava Afrodite, e alcune sue abitudini scandalizzavano la pur tollerante società romana. Nondimeno, fu un generale estremamente abile e, sotto il comando di Mario, partecipò a una campagna africana di cui entrambi si attribuirono il merito. I due uomini nutrivano una grande ostilità reciproca.
Quando Mitridate si ribellò all’occupazione romana, sia Mario sia Silla avrebbero voluto combattere contro di lui, pensando che la campagna sarebbe stata facile e avrebbe dato loro l’opportunità di guadagnare grandi ricchezze. In parte per motivi personali, nell’88 a. C. Silla guidò i suoi uomini contro Roma e contro Mario, sostenendo di voler liberare la città «dai tiranni». Mario fu costretto a fuggire in
Africa, da dove successivamente tornò alla testa di un esercito. Il senato, troppo debole per opporsi a leader tanto potenti, permise a Mario di tornare e dichiarò Silla nemico dello stato, mentre questi si trovava lontano a combattere contro Mitridate.
Mario fu eletto console per l’ultima volta, ma morì prima di completare il mandato lasciando il senato in una situazione difficile. In un primo tempo, i senatori cercarono una pacificazione, ma Silla, dopo una schiacciante vittoria in Grecia, si trovava in una posizione di forza. Il generale lasciò in vita Mitridate, ma confiscò grandi ricchezze e saccheggiò antichi tesori. Ho condensato questi anni, facendo morire Mario durante la prima sollevazione, liquidandolo in modo ingiustamente rapido per un uomo dotato di tanto carisma.
Di ritorno dalla campagna in Grecia, Silla condusse i suoi uomini a una rapida vittoria contro i soldati fedeli al senato e, nell’82 a. C, avanzò nuovamente sulla città.
Pretese il ruolo di dittatore e fu con questa carica che incontrò per la prima volta Giulio Cesare, che fu ammesso in sua presenza come uno dei sostenitori di Mario.
Benché Giulio avesse rifiutato di divorziare da Cornelia, Silla non lo fece uccidere.
Sembra che il dittatore avesse detto che vedeva «più di un Mario in questo Cesare» e la cosa, se è vera, la dice lunga sul carattere dell’uomo, che spero di aver analizzato quanto merita in questo libro.
La dittatura di Silla fu un periodo brutale per la città. La carica di dittatore era stata creata per i momenti di emergenza in tempo di guerra, simile, in questo, alla legge marziale delle moderne democrazie. Prima di Silla, il titolo veniva conferito per periodi di tempo rigorosamente limitati. Lui però riuscì a ignorare queste restrizioni e così facendo inferse alla Repubblica una ferita fatale. Una delle leggi che fece approvare proibiva alle forze armate di avvicinarsi alla città, anche per le tradizionali sfilate dei trionfi. Morì a sessant’anni e per un po’ parve che la Repubblica potesse riguadagnare la forza e l’autorità di un tempo.
In quel periodo, in Grecia, c’era un ventiduenne di nome Cesare che avrebbe reso impossibile questo ritorno al passato. Dopotutto, Mario e Silla avevano dimostrato la fragilità della Repubblica davanti all’ambizione e alla determinazione. Possiamo solo ipotizzare che cosa avesse pensato il giovane Cesare, quando sentì Mario ordinare:
«Fate largo al vostro generale» mentre la folla veniva falcidiata proprio davanti al senato. Le vite di questi personaggi, specialmente quelle scritte poco dopo la loro morte da Plutarco e da Svetonio, costituiscono una lettura molto interessante. Nello studiare la vita di Cesare, la domanda che continuava a emergere era: «Come c’è riuscito?».
Come fece un uomo così giovane a ribaltare la sua posizione, dopo essersi schierato con gli sconfitti della guerra civile e a far sì che il suo stesso nome sia arrivato a significare re? Infatti, sia zar sia kaiser sono termini derivati da Caesar e dopo duemila anni sono ancora utilizzati.
Queste cronache sono a volte un po’ scarne. Ai lettori interessati ai dettagli che io ho dovuto omettere, io consiglio la lettura del Caesar di Christian Meier.
La vita di Cesare è così affascinante che per me è stato un grande piacere farne rivivere gli eventi. E non ha ancora finito di stupirmi.