Feltrinelli, 1993. — 113 p. — ISBN: 88-07-01460-2
Dalla campagna Francesco si trasferisce in città, con il treno per la Città della Motta, per Carpi-Suzaramantova si cambia, e arrivare in una stazione sconosciuta e in una casa nuova, dove imparare una nuova pronuncia per non essere stranieri, perché in città sono tutti dei signori e i padri d’inverno indossano il paltò. Il futuro e la nuova periferia. E la nebbia, la Padania con i suoi cibi e bevande, zamponi e lambruschi, e poi la scuola con il bidello, i discoli, le tabelline e i problemi e Suor Carmelina che porta tutti in chiesa. Coppi e Bartali e le cicclo mi fai fare un giro?. I primi balli, i 45 e i 33, finché c’è il gruppo col quale suonare nelle balere, basso chitarra e sax. Inizia l’era del Sacro Rock. Storie della tradizione, personaggi e ricordi personali si fondono in un’unica saga popolare-contadina, insieme alla ricerca sulla musicalità di un linguaggio sanguigno e curioso. Dall’infanzia all’adolescenza, il seguito ideale di Cròniche Epafániche.